Carfilzomib o Bortezomib in combinazione con Lenalidomide e Desametasone nel mieloma multiplo di nuova diagnosi senza intenzione di trapianto autologo di cellule staminali immediato: studio ENDURANCE
Bortezomib, Lenalidomide e Desametasone ( VRd ) è una terapia standard per il mieloma multiplo di nuova diagnosi.
Carfilzomib ( Kyprolis ), un inibitore del proteasoma di nuova generazione, in combinazione con Lenalidomide e Desametasone ( KRd ), ha mostrato un'efficacia promettente negli studi di fase 2 e potrebbe migliorare gli esiti rispetto al regime VRd.
Si è valutato se il regime KRd sia superiore al regime VRd nel trattamento del mieloma multiplo di nuova diagnosi nei pazienti che non erano stati presi in considerazione per il trapianto autologo di cellule staminali ( ASCT ) immediato.
Nello studio multicentrico, in aperto, di fase 3, randomizzato controllato ENDURANCE, sono stati reclutati pazienti di età pari o superiore a 18 anni con mieloma multiplo di nuova diagnosi che non erano idonei o non intendevano ricevere trapianto ASCT immediato.
I partecipanti sono stati reclutati da 272 cliniche oncologiche o centri medici accademici negli Stati Uniti.
I criteri di inclusione erano l'assenza di mieloma multiplo ad alto rischio e un ECOG performance status di 0-2.
I pazienti arruolati sono stati assegnati in modo casuale a ricevere la terapia di induzione con il regime VRd o il regime KRd per 36 settimane.
I pazienti che hanno completato la terapia di induzione sono stati quindi assegnati in modo casuale una seconda volta a mantenimento indefinito o a 2 anni di mantenimento con Lenalidomide.
La randomizzazione è stata stratificata in base all'intento di effettuare ASCT alla progressione della malattia per la prima randomizzazione e dalla terapia di induzione ricevuta per la seconda randomizzazione.
Per 12 cicli di 3 settimane, i pazienti nel gruppo VRd hanno ricevuto 1.3 mg/m2 di Bortezomib per via sottocutanea o endovenosa nei giorni 1, 4, 8 e 11 dei cicli 1–8 e nei giorni 1 e 8 dei cicli da 9 a 12, 25 mg di Lenalidomide orale nei giorni 1–14 e 20 mg di Desametasone orale nei giorni 1, 2, 4, 5, 8, 9, 11 e 12.
Per 9 cicli di 4 settimane, i pazienti nel gruppo KRd hanno ricevuto 36 mg/m2 di Carfilzomib per via endovenosa nei giorni 1, 2, 8, 9, 15 e 16, 25 mg di Lenalidomide orale nei giorni 1–21 e 40 mg di Desametasone orale nei giorni 1, 8, 15 e 22.
Gli endpoint coprimari erano sopravvivenza libera da progressione nella fase di induzione e sopravvivenza globale nella fase di mantenimento.
L'analisi primaria è stata eseguita nella popolazione intent-to-treat ( ITT ) e la sicurezza è stata valutata nei pazienti che hanno ricevuto almeno una dose del trattamento assegnato.
Tra il 2013 e il 2019, 1.087 pazienti sono stati arruolati e assegnati in modo casuale al regime VRd ( n=542 ) o al regime KRd ( n=545 ).
A un follow-up mediano di 9 mesi, in una seconda analisi ad interim pianificata, la sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 34.6 mesi nel gruppo KRd e 34.4 mesi nel gruppo VRd ( hazard ratio, HR 1.04, P=0.74 ).
La sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta in nessuno dei due gruppi.
Gli eventi avversi non-ematologici più comuni di grado 3-4 correlati al trattamento hanno incluso: affaticamento ( 34 su 527 pazienti, 6%, nel gruppo VRd vs 29 su 526, 6%, nel gruppo KRd ), iperglicemia ( 23, 4%, vs 34, 6% ), diarrea ( 23, 5%, vs 16, 3% ), neuropatia periferica ( 44, 8%, vs 4, inferiore a 1% ), dispnea ( 9, 2%, vs 38, 7% ) ed eventi tromboembolici ( 11, 2%, vs 26, 5% ).
I decessi correlati al trattamento si sono verificati in 2 pazienti ( inferiore a 1% ) nel gruppo VRd ( 1 cardiotossicità e 1 tumore secondario ) e in 11 ( 2% ) nel gruppo KRd ( 4 cardiotossicità, 2 insufficienze renali acute, 1 tossicità epatica, 2 insufficienze respiratorie, 1 evento tromboembolico e 1 morte improvvisa ).
Il regime KRd non ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione rispetto al regime VRd nei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi. e ha prodotto una maggiore tossicità.
Il regime di tripletta VRd rimane lo standard di cura per la terapia di induzione per i pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi a rischio standard e a rischio intermedio ed è un trattamento di base adatto per lo sviluppo di combinazioni di 4 farmaci. ( Xagena2020 )
Kumar SK et al, Lancet Oncology 2020; 21: 1317-1330
Emo2020 Onco2020 Farma2020
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Studio IMROZ: Isatuximab associato a Bortezomib, Lenalidomide e Desametasone ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte nel mieloma multiplo di nuova diagnosi non-eleggibili al trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche
I dati dello studio di fase 3 IMROZ hanno dimostrato che Isatuximab ( Sarclisa ) in combinazione con lo standard...
Basso tasso di mortalità non-dovuta a recidiva nei bambini di età inferiore a 4 anni affetti da leucemia linfoblastica acuta sottoposti a condizionamento chemioterapico per trapianto allogenico di cellule staminali: studio FORUM
Il trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ) è altamente efficace nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta (...
Tabelecleucel per pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche o di organi solidi con malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus EBV dopo fallimento di Rituximab con o senza chemioterapia: studio AL
La sopravvivenza nella malattia linfoproliferativa post-trapianto positiva al virus di Epstein-Barr ( EBV ) dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche...
I marcatori di malattia residua misurabili specifici per il paziente predicono l’esito nei pazienti con sindrome mielodisplastica e malattie correlate dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche
La recidiva clinica rappresenta la principale minaccia per i pazienti con sindrome mielodisplastica ( MDS ) sottoposti a trapianto di...
Consolidamento con Blinatumomab post-trapianto autologo di cellule staminali in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B
Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...
Trecondi a base di Ttreosulfan come trattamento di condizionamento prima del trapianto di cellule staminali ematopoietiche
Trecondi, il cui principio attivo è Treosulfan, è un medicinale somministrato ai pazienti prima di un trapianto di midollo osseo...
Immunogenicità attenuata dei vaccini SARS-CoV-2 e fattori di rischio nei riceventi il trapianto di cellule staminali
L’immunogenicità della vaccinazione contro il coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta grave ( SARS-CoV-2 ) è ridotta nei pazienti sottoposti...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Induzione, consolidamento e mantenimento di Carfilzomib con o senza trapianto autologo di cellule staminali nei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi: analisi di sottogruppo citogenetico dello studio FORTE
I pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi e anomalie citogenetiche ad alto rischio ( HRCA ) rappresentano un'esigenza medica...